La Noia

Indubbiamente questo romanzo per essere apprezzato va letto con la predisposizione a concedersi alla realtà inadeguata e al mondo soffocante di Dino, il protagonista, un pittore che non è più in grado di dipingere, che rifiuta la ricchezza della madre e il mondo dell’alta società. Quello che Moravia crea è un intrico profondissimo nella mente, nella sofferenza e nella Noia di un’esistenza fredda e indifferente. E’ una storia fortemente introspettiva, che si immerge nella disperazione, nel male di vivere, nella inquietudine e in una conturbante passione amorosa che si attorciglia intorno ad una giovane adolescente che pare indifferente a tutto… Cecilia mi è parsa una figura talmente irreale da poter essere stata creata per tramortire il bisogno disperato di Dino di relazionarsi alla vita, una figura sfuggevole e che al lettore sembra inconsistente, ma che per Dino diventa il bisogno irrefrenabile di possederla. Lui, lo stesso uomo che vorrebbe tanto annoiarsi di lei tanto da non desiderarla più. Il prologo secondo me è una delle parti più belle della letteratura italiana.
“Soffrivo di una specie di paralisi di tutte le mie facoltà, per cui, muto, apatico e ottuso, mi pareva di essere murato vivo dentro me stesso, come dentro una prigione ermetica e soffocante."